zero-waste-foodlifestyle

Zero Waste: la sfida contro lo spreco parte dalla cucina

Pubblicato da

L’obiettivo dell’Europa per i prossimi anni è quello di arrivare a una riduzione del 50% dello spreco alimentare.
Un traguardo per ora solo “aspirational” e cioè privo di obbligatorietà, ma che si prevede diventi “legally binding” già a partire dal 2023.
Il comparto maggiormente chiamato in causa è quello alimentare, dove si verifica maggiormente lo spreco. Nel quadro europeo, se in alcuni Paesi come la Francia, lo spreco alimentare è entrato a far parte dei “crimini”, con il pugno duro del Governo, in Italia con la “legge Gadda” si cerca di migliorare i meccanismi delle filiere di recupero a scopo caritatevole, favorendo l’incentivazione fiscale e la semplificazione amministrativa e organizzativa. Una buona pratica secondo l’Europa, anche se molto c’è ancora da lavorare sui comportamenti delle persone, affinché il principio del “No waste” diventi parte integrante della cultura del Paese a tutti i livelli.
Parlare di economia circolare, oggi, significa non più stare a parlare. La necessità, anzi l’urgenza che il problema ambientale e dell’esaurimento delle risorse ha evidenziato, è che non c’è più tempo per stare a discutere e che bisogna immediatamente pianificare, avviare, monitorare e replicare strategie operative di economia circolare, che seguano il principio del “Feed the humans, then feed the animals, then feed the soils” ovvero, fino a quando è possibile si considera il recupero a fini di nutrizione dell’uomo, poi si pensa alla trasformazione in mangimi per animali (ovviamente se il cibo ha ancora le sue qualità alimentari), infine al compostaggio e alla produzione di fertilizzanti organici per i terreni.
La vera sfida si gioca a livello comportamentale, di mentalità: è importante sensibilizzare i consumatori con i messaggi giusti, far capire a tutti che gli scarti, non solo possono essere recuperati, ma possono diventare protagonisti di nuovi approcci più creativi e divertenti, oltre a far risparmiare denaro.
Su questa scia, già da tempo, si stanno organizzando molti chef di Alta Cucina, che in maniera sempre più evidente, studiano e propongono in menù piatti ottenuti anche con gli scarti. Dal padre della Cucina Circolare, Igles Corelli a Massimo Bottura, Davide Oldani, Terry Giacomello, ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo, l’imperativo è ridurre al massimo gli sprechi e lanciare un messaggio ben chiaro: tutto può essere recuperato ed entrare a pieno diritto a far parte di un piatto gourmet.
E se lasciamo per un attimo la cucina degli stellati più splendenti del nostro Paese e torniamo ai fornelli delle nostre case, la possibilità di attuare in modo facile e divertente il principio dello “Zero Waste” ci viene data dal “Grande libro delle bucce” di Lisa Casali, edito da Gribaudo, che nelle sue pagine illustrate, fornisce preziosi consigli, ricette e preparazioni ottenute dalle parti esterne della frutta e dalle parti meno nobili della verdura. Dimostrando, alla fine, come si possano creare piatti gustosi, arricchiti da preziose sostanze benefiche per l’organismo, con un notevole impatto in termini di risparmio per le nostre tasche.
Dal Gazpacho di anguria e pomodoro alla polvere magica di agrumi, dalle tagliatelle ai gambi di asparagi alla crema fredda greenpower, per un’alimentazione più nutriente e più consapevole, oltre che più economica.
Lo stimolo economico, però, non può viaggiare da solo. Ha bisogno di essere supportato da una nuova codificazione normativa, a livello europeo, perché entri di diritto e a tutti gli effetti nella quotidianità e nei gesti di tutti.

POTREBBERO INTERESSARTI