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Venica&Venica: una famiglia custode dell’ambiente

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In Friuli uno dei primi “Bilanci di Sostenibilità” di una piccola azienda vitivinicola.

“Il Sole, con tutti questi pianeti che gravitano intorno a lui, prende ancora il tempo di maturare un grappolo di uva, come se non avesse niente di più importante”. Lo diceva Galileo e il Sole oggi ancora quel tempo se lo prende. E poi ci sono i sorrisi, perché, secondo Gianni Venica “Coltivare con il sorriso fa crescere meglio i grappoli”.

Venica&Venica si trova a Dolegna del Collio, nella terra di confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia. Colline differenti, ognuna con la sua peculiare esposizione e microclima. Un suolo che richiede attenzione, cura, ma capace di regalare vini complessi, minerali e sapidi. Una terra che il capostipite Daniele Venica ha amato e il cui amore ha poi tramandato ad Adelchi, ed ora a Gianni e Giorgio. Nonno Daniele ha insegnato il rispetto della natura, dei suoi cicli, perché solo se assecondi Madre Natura lei, poi, dona benefici. In vigneto e in cantina solo prodotti naturali.

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E sì, scienza e tecnica hanno cambiato il mondo della vinificazione, ma la famiglia Venica vuole mantenere vivi e intatti quei valori, antichi e veri. Gino Veronelli esorta a camminare in vigna. Venica&Venica ha trasformato questo stimolo in una spinta a fare bene per fare del bene: un percorso di osservazione e programmazione attento alla pianta, alle sue radici, al terreno nel quale le piante vivono, all’ambiente.

Quando arrivi in cantina, o nel resort, Ornella Lauzzana Venica, moglie di Gianni e paladina di quel “cammino in vigna”, ti dice: “Noi regaliamo l’ambiente, non abbiamo altro
da offrire se non queste terre meravigliose nelle quali ci troviamo”. E quelle terre poi Ornella te le racconta col cuore entusiasta, perché dell’ambiente Venica&Venica si sente
custode.

E così, se già nel 2011 nasce spontanea e volontaria la scelta di aderire a V.I.V.A., Valutazione dell’Impatto della Viticoltura sull’Ambiente, oggi Venica è una delle prime piccole aziende a presentare il Bilancio di Sostenibilità, anticipando i tempi del Collio e non solo. Un racconto di buone pratiche, per trasmettere valori.

“L’ambiente non è una proprietà – racconta Ornella Lauzzana -, ma un dono che dobbiamo tutelare e passare alle prossime generazioni. Il Bilancio di Sostenibilità è una dichiarazione di responsabilità, per il futuro. Dove c’è una buona terra ci sarà un buon vino; più il suolo è integro più il prodotto avrà qualità. Ma non solo. Il Bilancio di Sostenibilità racconta un prodotto dell’agricoltura, che poi genera economia, ma racconta anche e soprattutto il territorio. Un vino sostenibile è un vino che ha un’attenzione particolare alla tutela della terra e della comunità. Identità e responsabilità, queste sono le parole chiave, perché le azioni di oggi sono il risultato di una storia che arriva dal passato e sono un impegno per il futuro. La missione è conservare e offrire valori da trasmettere”.

Se i parametri da rispettare, quando si redige un Bilancio di Sostenibilità, sono tecnici (impronta di carbonio, impronta idrica, risparmio energetico, eccetera), la differenza sta nel racconto di una consapevolezza, quella di aver ricevuto in regalo la terra e avere il dovere di lasciarla integra a chi verrà dopo di noi.
E soprattutto sta nel cuore: nell’amore vero per l’ambiente, che permetterà al Sole di continuare a dedicare il suo tempo a far maturare un grappolo d’uva.

Ph. Credits: Renzo Schiratti

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