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Pinot bianco: oro e anima del Collio

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È arrivato dalla Borgogna nell’Ottocento e ha trovato in Friuli Venezia Giulia un terreno ideale per esprimersi. È il Pinot Bianco, un vino intenso e fine. È pura eleganza, che è riuscita a raccontarsi, con distintivo equilibrio e armonia, soprattutto nel peculiare microclima del Collio.
Qua, nell’area collinare divisa tra Italia e Slovenia, il Pinot Bianco assume infatti l’arcobaleno delle molte sfumature della terra, del luogo: verde che vira al giallo, più o meno intenso, fino a sfociare all’oro. Fresco e di corpo, ad accogliere fiori di campo e di frutta, a volte intensamente minerale, altre meno. Un profumo coinvolgente e stimolante, pronto a regalare sensazioni diverse ad ogni sorso.
Ma tra tutte, la sensazione dominante è quella di raffinata e signorile quiete. Una quiete figlia di quella verde armonia che le colline del Collio raccontano ed è per questo che, con la sua facile beva, il Pinot Bianco è il vino capace più di ogni altro di rappresentare e narrare questo elegante territorio.
Lo fa nonostante (o forse proprio per questo) un’estensione di molto inferiore a quella del suo progenitore Pinot Grigio. Sono infatti sedici gli ettari del Collio dedicati alla realizzazione di Pinot Bianco. Dolci saliscendi in cui la ponca, assieme al microclima, permette una resa di qualità superiore; una qualità che fa del Pinot Bianco una perla da preservare.
Lo sanno bene i piccoli e grandi produttori della zona, il cui amore e desiderio di tutela per questo vitigno partono dalla cura di ogni gemma e di ogni grappolo, dall’attenzione ad ogni dettaglio nella vendemmia e in tutto il processo di vinificazione.
Ma alcuni di essi hanno voluto di più: farsi portavoce del Pinot Bianco nel mondo. Col desiderio, e l’obiettivo, di tributare questo vino a simbolo del Collio, hanno deciso di fare squadra. Perché ogni territorio ed ogni prodotto ha bisogno di una coesione: insieme si va più lontano, insieme la forza di narrazione diventa capace di lasciare un segno più profondo in molti più cuori.
Un piccolo gruppo per un grande vino. Così è nata la Rete del Pinot Bianco nel Collio: cantine rinomate del panorama friulano che il Pinot Bianco lo producono da sempre e che vogliono rendergli omaggio, portandolo sul palco internazionale del vino. Nel resto del mondo questo vitigno non ha infatti ancora conosciuto un vero successo. Sarà forse perché gli enologi hanno sempre preferito lo Chardonnay, relegando il Pinot Bianco agli assemblaggi. Ma c’è bisogno di buone idee per fare in modo che antiche convinzioni si frantumino rivelando una nuova possibilità.

La buona idea in questo caso è nata da sette famiglie, che, anche grazie a un finanziamento PSR della Regione Friuli Venezia Giulia, si sono unite per donare a un nobile e antico vitigno la popolarità e menzione che merita.
I loro sette Pinot Bianchi (provate ad assaggiarli uno dopo l’altro) sono capaci di narrare la ricchezza e profondità di una terra. Perché ogni Pinot Bianco è unico, chi più floreale e fruttato, chi più sapido e salmastro, chi più erbaceo e minerale, o ancora aspro, oppure lungo e vivace.
Sette identità peculiari, che messe insieme diventano un unico quadro che raffigura il ventaglio aromatico del Collio. Castello di Spessa, Livon, Pascolo, Russiz Superiore, Schioppetto, Toros, Venica&Venica. Sono questi i sette paladini di un vino caratteristico, figli di un vitigno sensibile alle avversità e alle malattie, che non può essere coltivato ovunque ma che per questo, con le dovute attenzioni, è capace di farci portare in tavola la massima espressione di un territorio.
Un’associazione che racconta una terra vocata alla coltivazione dei vini bianchi, dove si gode del clima mediterraneo, ma le montagne proteggono dai venti più freddi. Lo fa attraverso un unico e solo vino, declinato in sette etichette peculiari e irripetibili.
Fare vino è questione di passione e amore, in primis per il proprio territorio. È proprio da questo amore che nasce la Rete del Pinot Bianco: sette vini capaci, insieme, di rivelare, far comprendere e far assaporare tutte ed ogni sfumatura di quel ricco verde territorio che è il Collio.

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