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Al via l’era del ‘non burger’: gli Stati Uniti dicono sì a Impossible Foods.

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Sarà disponibile in tutti i ristoranti a stelle e strisce: è il “non burger”, che riceve, dopo un acceso periodo di polemiche e battaglie da parte dei puristi della carne, il nulla osta da parte dell’authority. La Food and Drugs Administration statunitense, ovvero l’autorità per i farmaci e la vigilanza sui cibi, ha infatti dato il via libera al prodotto, riconoscendolo come “generally recognized as safe” ovvero sano, non nocivo per la salute.

Impossible Foods è una startup californiana specializzata in un burger senza carne: un prodotto che contiene “eme”, ovvero un complesso chimico che contiene un atomo di ferro, parte integrante dell’emoglobina, responsabile di portare l’ossigeno attraverso il sistema circolatorio animale e del funzionamento del sistema linfatico vegetale. Questa sostanza conferisce il sapore della carne. Il biologo e fisico Patrick Brown la estrae e in passato ha provato anche a coltivarla tramite i lieviti.

Non si tratta del solito burger vegetale, di cui ormai non si contano i tipi e i gusti in commercio, ma di un prodotto uguale alla carne sia esteticamente che nel gusto, anche se non ottenuto da allevamento animale.

Il rivoluzionario “impossible food” pare non sia solo la risposta ai vegani. Infatti per produrlo ci vuole il 75% in meno di acqua e il 95% in meno del terreno utilizzato dagli allevamenti. Il che significa anche riduzione sensibile dei gas serra. E poi – buona notizia per i salutisti convinti – basta ricordare l’assenza di ormoni e antibiotici e che, dopo gli esperimenti condotti sui topi, ne sono derivati studi che dimostrano come il “non burger” non sia affatto pericoloso per la salute.

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