La frolla fragrante abbraccia il grano cotto, immerso in una morbida crema di ricotta da cui si sprigiona la perfetta combinazione di aromi come la fior d’arancio e la vaniglia.
La pastiera napoletana è un capolavoro di pasticceria, la cui storia antica si perde nel tempo, tra leggende intriganti che ne sottolineano il valore culturale, e una ricetta che, tra mille varianti, si tramanda di generazione in generazione.
La pastiera napoletana è molto più di un semplice un dolce tradizionale, poiché incarna l’anima della città di Napoli e la sua origine si arricchisce di una leggenda fantastica, che affonda nel mito. Pare che la sirena Partenope, una delle tre sirene della mitologia greca tentò di sedurre Ulisse con il suo canto, ma invano.
Rifiutata da Ulisse e delusa per l’amore non corrisposto, la sirena sublimò il suo dolore, offrendo ai napoletani un dono unico: la ricetta della pastiera. Partenope mescolò ingredienti
magici e simbolici per creare un dolce che rappresentasse l’amore e la fertilità. La grano, simbolo di abbondanza, fu mescolato con ricotta, uova e frutta candita per creare una miscela deliziosa e ricca di significati. Così nacque la pastiera napoletana, un dolce che avrebbe celebrato l’amore e la prosperità della città.
La storia della pastiera non è solo legata alla mitologia ma anche alla religione cristiana. È considerata il dolce per eccellenza della Pasqua, simboleggiando la rinascita e la nuova vita. Gli ingredienti che la compongono sono tutti disponibili in primavera: grano e ricotta fresca.
Il profumo della pastiera è così legato a questo periodo dell’anno, da farne un dolce immancabile delle celebrazioni pasquali. Le donne napoletane spesso tramandano la ricetta e la tecnica di preparazione di madre in figlia, preservando così una tradizione culinaria unica, anche se non mancano versioni differenti, piccole variazioni sul tema che ne testimoniano le origini davvero antiche.
La pastiera è diventata una sorta di ambasciatrice della cultura e della tradizione culinaria napoletana, apprezzata in tutto il mondo, tanto da essere spesso imitata con scarsi risultati e da diventare il souvenir più gettonato dai turisti che approdano nella bella Napoli.
