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Il Negroni: più di 100 anni di storia

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Centodue anni e non sentirli. Quando si parla di Negroni, si fa riferimento al cocktail più famoso al mondo, ancora oggi richiestissimo e tra i più bevuti e venduti.
Un successo consolidato in un secolo, nato nella bella Firenze nel 1919 ad opera del conte Camillo Negroni. Fu lui, dopo aver viaggiato tra Londra, Wyoming e New York a portare nel Belpaese l’Americano, di cui il Negroni è in un certo senso la versione rinforzata con il gin al posto della soda.
Ma la storia del Negroni non è legata solo a un conte. Pare infatti che fu un giovane ragazzo di bottega, Fosco Scarselli, un barman che lavorava da Casoni, drogheria in via de’ Tornabuoni, a mettere in atto l’intuizione del nobil uomo. Era la fine dell’Ottocento e nei caffè fiorentini, nel tardo pomeriggio, scattava per i gentiluomini “l’ora del vermouth”, insieme a quella del Bitter.
La legge del Negroni è quella di “Un terzo”, ovvero un terzo di dose per Gin, Campari e Vermouth rosso, secondo la ricetta classica.
Elemento caratterizzante è poi la fetta d’arancia, cosa nuova per quei tempi. Da Firenze, ben presto il Negroni fece il giro del mondo col nome di Americano alla maniera del conte Negroni, e poi semplicemente Negroni. Persino la sua versione “sbagliata” è diventata un cult della mixology. Fu infatti creato da Mirko Stocchetto, bartender che lavorava a Milano, nel bar Basso, all’inizio degli anni ’70 quando, durante una preparazione: Stocchetto confuse la bottiglia del Gin con quella del Prosecco. Nacque così una versione del Negroni più “leggera” e meno complessa, grazie alla presenza delle bollicine.
Il Negroni è davvero un drink ormai entrato nella leggenda, anche per aver conquistato personaggi famosi come Orson Wells e Ian Fleming. Ne “La primavera romana della signora Stone”, film del 1961 di José Quintero, la protagonista americana Karen Stone, decide di trasferirsi per un periodo a Roma e qui inizia un’intensa relazione con il gigolo Paolo di Leo. L’atmosfera tutta italiana e i bellissimi scorci romani fanno da sfondo ai tormenti d’amore della Signora Stone.

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