Come sarebbe la favola di Biancaneve senza la mela stregata? E Alice nel Paese delle Meraviglie senza l’ora del tè? E riuscireste ad immaginare la favola di Hansel e Gretel senza la fatidica casa di marzapane? In ogni favola che si rispetti, il cibo svolge un ruolo importantissimo, che lungi dall’essere solo una cornice al racconto, spesso veicola messaggi ben precisi o sottolinea
momenti chiave della storia.
Transcendendo, quindi, la mera funzione nutritiva, il cibo si rivela un potente strumento narrativo, rappresentando desideri, pericoli, speranze e ambizioni, invitandoci a riflettere sulle sfumature della vita attraverso il filtro dei racconti fantastici.
Esaminando alcune favole celebri, è possibile cogliere la varietà di ruoli che il cibo svolge in queste narrazioni, spaziando dal simbolismo alla pura golosità. Nel racconto “Hansel e Gretel” dei Fratelli Grimm, il cibo diventa una trappola mortale. La casa fatta di dolci rappresenta la tentazione e l’inganno, mettendo in guardia i lettori sulla pericolosità dell’eccesso e della gola. Simbolo di desideri effimeri e pericolose seduzioni, il cibo è un monito, l’insegnamento per una vita autentica, che non insegua gli eccessi ma l’autenticità, soprattutto da parte dei più giovani.
Nella favola “Le Tre Piume” di Hans Christian Andersen, il cibo è chiave dell’amore e della fedeltà. Il principe desidera sposare una principessa disposta a condividere il cibo del suo
piatto. Attraverso questa prova, il cibo diventa un segno di condivisione e fiducia, sottolineando il valore dell’amicizia e dell’intimità In “Cappuccetto Rosso” di Charles Perrault, la cesta di dolci portata dalla nonna diventa il catalizzatore della narrazione.
Il lupo inganna Cappuccetto Rosso fingendo di essere sua nonna, dimostrando come il cibo possa essere utilizzato per ingannare e mettere in pericolo l’innocenza.
In “Raperonzolo” dei Fratelli Grimm, le foglie di ravanello che la madre incinta desidera diventano il motivo scatenante di tutta la storia.
Nella storia de “Il Gatto con gli Stivali” di Charles Perrault, il cibo diventa uno strumento strategico. Il Gatto, con la sua astuzia, utilizza la cucina per manipolare la situazione a suo
favore, dimostrando come il cibo possa essere un mezzo per raggiungere scopi più ampi e influenzare il destino.
“Il Porcellino e i Tre Lupi”, una fiaba del folklore scandinavo, un astuto porcellino riesce a ingannare tre lupi affamati, offrendo loro cibo, che diventa così strumento di astuzia e sopravvivenza e insegnando come l’ingegno sia fondamentale per affrontare le sfide.
Nella favola islandese “La Principessa e il Prigioniero del Ghiaccio”, una principessa intrappolata in un castello di ghiaccio viene liberata grazie al protagonista della storia, che riesce a portarle del cibo magico, che qui simboleggia la forza della speranza.
Se andiamo in Norvegia, invece, “Il Pesce d’Oro” narra le vicende di un giovane pescatore che cattura un pesce d’oro appunto. Quando questi implora di essere liberato in cambio di un desiderio, il pescatore acconsente e chiede cibo per il suo villaggio. Il cibo, in questo contesto, rappresenta un bene prezioso, sottolineando l’importanza di condividere le ricchezze con la comunità.
“Il Mestiere di Cuoco del Troll”, una favola presa dalla tradizione svedese, il cibo è visto come elemento di intrattenimento. Un troll si guadagna da vivere cucinando per le creature della foresta e qui il cibo diventa un elemento di intrattenimento e condivisione, mostrando come la cucina possa unire le persone, anche in un mondo fantastico popolato da creature magiche.
Ne “Il Viaggio di Askeladd”, l’eroe di questa fiaba danese intraprende un viaggio epico in cerca di avventure. Il cibo diventa il fedele compagno di viaggio, fornendo energia e conforto durante le prove. La storia enfatizza il legame tra cibo e resistenza, mostrando come il nutrimento sia essenziale per affrontare le sfide della vita.
Nella letteratura fantastica di tutti i tempi e di tutte le culture, quindi, il cibo ha una presenza importante e funzionale alla narrazione; spesso è proprio grazie al cibo che la storia prende una svolta piuttosto che un’altra. Dopotutto, se Biancaneve non avesse morso la mela avvelenata, non avrebbe mai trovato l’amore…