editoriale marzo 19 food lifestyle

I tanti volti della bellezza.

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In un tempo in cui tutto è immagine, tutto viene guardato, postato sui social, condiviso e ricondiviso, in un tempo in cui tutta la partita del marketing si gioca a “suon di like”, non potevamo non riflettere sull’aspetto della bellezza, intesa come espressione estetica ai tempi odierni, con un doveroso ricorso e soccorso all’autenticità derivante dalla tradizione e dall’arte.
Nessuna voglia di demonizzare, si intende, una naturale evoluzione delle cose, con la quale si deve pur fare i conti. Piuttosto, questo numero vuole essere un modo per fare un viaggio tra tanti aspetti della bellezza in cucina, in modo da avere, in perfetto spirito Food Lifestyle, una visione più ricca e il più possibile completa.
E se di bellezza, in questo numero di marzo, si parla, allora impossibile non iniziare dallo stile di Blueberry Studio, a Milano, che con elegante ironia e un’esperienza maturata e premiata nel settore, porta tra queste pagine un concetto di immagine che non può prescindere da un messaggio che affronta tematiche anche riconducibili alla società che ci circonda. Quando la bellezza è racconto.
Il viaggio prosegue nelle cantine di Pietro Zardini, in Valpollicella, dove il Recioto, ottenuto dall’affinamento in anfora di terracotta, riporta ad una bellezza antica e preziosa. Quando la bellezza è storia.
Ancora, l’afflato creativo di Terry Giacomello, una follia sublimata da piatti che sono espressione di un mondo interiore.
Quando la bellezza è istinto ragionato.
Bellezza, professionalità ed eleganza. Se parliamo di Mattia Garon, giovane direttore di sala del Gellius di Oderzo, vengono in mente queste parole chiave, oltre a “spirito di squadra”, vero ingrediente del successo di un ristorante stellato.
Quando la bellezza è una questione di cuore e di coralità.
Dall’Occidente all’Oriente, poi, con gli intagli del maestro Takehiro Kishimoto: sculture nel cibo, magici intrecci di forme, geometrie che si abbracciano e si moltiplicano.
Quando la bellezza è forma.
E poi l’incontro con uno degli chef più eclettici in Italia: Davide Oldani. Sarebbe forse troppo stringente e riduttivo racchiudere in poche righe il concetto, anzi la filosofia, che accompagna questo grande professionista. Perché con Oldani la bellezza accoglie tanti significati: è osare senza dimenticare le regole, è rompere le regole mantenendo un equilibrio, è la sintesi tra creatività e genio, è eleganza, design, è “pop” e arte, è ciò che non ci si aspetta ed è quello di cui si ha bisogno.

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