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Gli gnocchi con la “fioreta”: dal Veneto, un primo delicato e gustoso

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Per questo primo viaggio tra i sapori e le tradizioni italiane siamo in Veneto, per assaggiare i tipici gnocchi con la ricotta fioretta, più comunemente chiamati “gnochi con la fioreta“, un primo piatto tipico di questa regione, in particolare della zona di Recoaro Terme e della Valle dell’Agno.
Lungi però dall’essere preparati con le patate, questi gnocchi sono realizzati con la ricotta fioretta delle valli vicentine, una sorta di ricotta semiliquida, ottenuta non scolando completamente il siero.
Con la sua consistenza consistenza semisolida e il suo retrogusto un po’ acidulo, che in molte regioni è considerato un prodotto di scarto, qui ne fanno un latticino di pregio, tanto che nel 2007 l’Amministrazione comunale ha voluto adottare un preciso disciplinare per la realizzazione di questo piatto facendolo diventare un piatto a Denominazione Comunale (De.Co.).
Per capire l’importanza degli gnocchi con la fioreta, bisogna fare un passo indietro nel tempo e andare ai primi anni del ‘900, allorquando i pastori di Recoaro, in alpeggio, utilizzavano la fioretta impastandola con farina bianca per preparare questo tipico piatto povero ma gustoso, condito con burro di malga spumeggiante, aromatizzato con foglie di salvia ed eventualmente una grattugiata di ricotta affumicata o formaggio di malga.

Molti ristoranti della zona di Recoaro propongono con orgoglio gli gnocchi con la fioretta, ed è stata istituita persino una Venerabile Confraternita, che ne custodisce la ricetta tradizionale.
Annosa è la discussione sull’utilizzo o meno delle uova nell’impasto, che pare sia stato consentito solo per rendere la pastella della giusta consistenza. Durante la fase di rosolatura del burro è ammesso l’uso di salvia ma questa è l’unica concessione, perché non sono consentiti altri aromi come noce moscata, pancetta affumicata o prosciutto.
Come condimento, oltre al burro di malga spumeggiante e a una grattugiata di ricotta affumicata, è possibile trovare in alcune zone anche burro, zucchero e cannella, in una combinazione che evoca antichi contatti tra la montagna vicentina e la Repubblica di Venezia.
Si tratta di un piatto di antica bontà, che porta con sé la storia e la tradizione dei pastori d’alpeggio, un piatto a cui viene dedicata, ogni metà settembre, una festa in costume molto caratteristica.

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