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Il formaggio più antico del mondo ha 3200 anni: la scoperta in Egitto

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I ricercatori lo hanno definito il formaggio più antico del mondo in forma solida. Il ritrovamento è avvenuto nella famosa necropoli di Saqqara, a Sud del Cairo, in Egitto. I resti di questo formaggio pare risalgano a oltre 3200 anni fa. Così come riportato dal National Geographic, non è la prima volta che avvengono ritrovamenti simili (altre testimonianze provengono dal Nord Europa, dalla Cina e dalla Libia), ma in questo caso la stagionatura supererebbe tutti i record.

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La scoperta del formaggio più antico del mondo è stata effettuata da un gruppo di studiosi del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Catania, sotto la direzione del professor Enrico Ciliberto, il quale ha pubblicato i dettagli sulla rivista scientifica “Analytical Chemestry”. Di seguito riportiamo uno stralcio del contenuto pubblicato.

Il documento sul formaggio più antico del mondo.

Il materiale analizzato in questo studio è probabilmente il più antico residuo archeologico di formaggio mai trovato fino ad oggi. Il campione è stato raccolto durante gli scavi dell’Università Saqqara del Cairo nella tomba di Ptahmes, risalente alla XIX dinastia. La caratterizzazione proteomica biomolecolare di questo campione archeologico mostra che il materiale costituente era un prodotto lattiero-caseario ottenuto mescolando latte di pecora/capra e mucca“.

Questo formaggio più antico del mondo è stato ritrovato sotto forma di una densa massa biancastra e avvolto in un panno a sua volta riposto all’interno di una giara (quest’ultima era rotta al momento della scoperta ed era accompagnata da altri contenitori in ceramica, in una zona lateralmente alla tomba). Un campione del formaggio, una volta prelevato, è stato affidato ai ricercatori siciliani per la successiva analisi. Il mix di latte bovino ed ovino è stato accertato grazie alla caratterizzazione dei peptidi, che hanno permesso di individuare alcune proteine tipiche dei derivati del latte. Infine è stata scoperta anche la presenza del batterio Brucella melitensis, responsabile della febbre mediterranea, una malattia infettiva che colpisce principalmente i bovini ma che si può trasmettere anche all’uomo.

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