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Cucina Messicana: l’intervista a Diana Beltran

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Colori vivaci, profumi inebrianti, sapori decisi e diversi. La cucina messicana è un viaggio straordinario tra i sensi, e soprattutto in una storia millenaria, fatta di battaglie e conquiste, di popoli che si sono incontrati e fusi pur mantenendo la propria identità intatta, di leggende che sfiorano atmosfere magiche.
Un trend in crescita in Italia tra l’altro dove, oltre alle numerose proposte ted mex, aumentano i ristoranti in cui mangiare la vera cucina della tradizione messicana.
Tra questi vi è il mole poblano, una ricetta originaria della città di Puebla, dove sarebbe nato secondo la tradizione nel 1600.
Si narra che le suore del convento di Santa Rosa ricevettero la visita inaspettata del vescovo e, per preparare un piatto degno del palato di sua eccellenza, diedero fondo a tutte le provviste della dispensa: peperoncini, mandorle, arachidi, pomodori, aglio e cipolla, banane, sesamo, zucchero, uva sultanina, strutto, foglie di avocado, più spezie che poterono e il tocco elegante del cacao. Ne fecero una salsa con cui condirono l’unico tacchino che razzolava nell’aia e ne nacque un piatto che poi è diventato il simbolo della bandiera.
Tra gli chef che rappresentano al meglio questa cucina c’è sicuramente Diana Beltran, con il ristorante La Cucaracha a Roma e, noto volto di Gambero Rosso Channel con il programma Sapori dal Messico, nonchè ideatrice, con il figlio Gianluca Marinelli, del nuovo format Maybu, uno dei locali torinesi più frequentati, dove è possibile mangiare cucina ted mex in un modo informale, fresco e leggero, ma con materie prime di qualità.
Un’esperienza gastronomica che parte dalla location, che nei colori e nelle luci, nel suo design ricercato e allegro rimanda alla civiltà messicana: due Calavera Catrina (iconica figura tra folclore e culto) sorvegliano il bancone, mentre piccole vetrine con le alebrijes, coloratissime figure zoomorfe in cartapesta proteggono i commensali.
Ma l’attività di Diana Beltran non finisce qui. Da messicana doc, lei porta con sé tutta l’energia e i colori del suo Paese, soprattutto racchiude quello spirito di socialità e di incontro che è proprio del suo popolo. Oltre ad aver servito le sue creazioni culinarie al Papa emerito Benedetto XVI, ogni anno, a dicembre, cucina per centinaia di persone che visitano il Vaticano il tradizionale Presepe.

Come nasce la tua passione per la cucina?
La mia passione per la cucina nasce quando ero molto piccola. Guardavo mia nonna cucinare e ne rimanevo incantata. Lei, a differenza di mia madre, era un’ottima cuoca, e nelle occasioni speciali preparava per tutta la famiglia. Ricordo i profumi che venivano dalla cucina quando era ai fornelli e l’acquolina in bocca nell’attesa di poter assaggiare i suoi manicaretti.

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Leggi l’intervista completa a pagina 11 del PDF qui sotto

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