Cigar Club Terra di Bari food lifestyle

Cigar Club Terra di Bari, slow smooke e food

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“Il fumo lento come momento di incontro e di impegno culturale”. È su queste basi che si fonda l’idea del Terra di Bari Cigar Club, un’associazione senza fini di lucro che pone il dibattito e la condivisione al centro di ogni evento, coinvolgendo appassionati da tutta Europa. Perché fumare il sigaro è una filosofia, è una passione che prescinde, a volte, dalla stessa dipendenza da nicotina. Il sigaro è di per sé una compagnia. Grandi accordi tra politici, diplomatici, si sono chiusi nella storia proprio durante una fumata collettiva.

Ma non solo. Nel tempo il sigaro ha iniziato ad accompagnare anche alcolici e cibi di ogni tipo. Partendo dal contrasto, o al contrario dalla similitudine e fino ad arrivare all’equilibrio del gusto, si possono abbinare al sigaro diversi alimenti, per rendere unica una singola fumata. E porre così in risalto “non solo i manufatti di tabacco, ma anche i prodotti enogastronomici di Terra di Bari”, così come sottolinea il presidente del Cigar Club pugliese, Evangelista Pice.

Come è nato il Cigar Club e quali finalità persegue?
Il Terra di Bari Cigar Club è un’associazione culturale nata nella primavera del 2014 da un gruppo di sei amici. La forza motrice che ha portato alla costituzione del club è stata la condivisione di una passione comune e la voglia di stare insieme, creando momenti di aggregazione. Il nostro club è socio della Cigar Club Association, nata nel 1999, e che raggruppa molti altri Cigar Club e migliaia di appassionati in tutta Italia e all’estero. Il Consiglio Direttivo è attualmente costituito, oltre che dal sottoscritto, in qualità di presidente, da Andrea Dilorenzo, Antonello Santamato, Daniele di Cagno Abbrescia, Aldo Guarino e Alessandro Di Bisceglie”.

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Quali attività organizza?
Siamo senza scopo di lucro e apolitici, con un indirizzo socioculturale, e il nostro obiettivo è la condivisione della passione del sigaro e del fumo lento come momento di incontro e di impegno culturale. Tutto ciò si concretizza con l’organizzazione di fumate collettive e di degustazioni in cui si cerca di creare confronti e dibattiti fra i gli appassionati. Spesso questi sono momenti conviviali, in cui si cerca di porre in risalto non solo i manufatti di tabacco provenienti da tutte le parti del mondo ma anche i prodotti enogastronomici della terra di Bari”.

Ad oggi quanti associati?
Il numero degli appassionati del sigaro ha subito un forte incremento negli ultimi due anni, periodo in cui l’attuale direttivo è riuscito ad assestarsi dal punto di visto organizzativo, lavorando moltissimo sulla formazione e sulla comunicazione, sia attraverso i social sia attraverso le classiche pubbliche relazioni “de visu”. Ossia partecipando attivamente ad eventi e coprendo il più possibile il territorio nazionale. Oggi siamo circa una cinquantina, ma non abbiamo ambizioni legate ai numeri bensì alla qualità dell’appassionato, che sia letteralmente spinto da una sana fame di apprendimento”.

Qual è la filosofia dello slow smoke e quanto successo e seguito ha in Italia?
La filosofia dello slow smoke è nello slow smoke stesso: fumare, gustare lentamente un prodotto artigianale proveniente da una qualsiasi parte del mondo. Apprezzare gli odori, i sapori capaci di evocare dei momenti particolari della propria vita, associandoli a sensazioni uniche. Il fumo lento è stato sempre molto diffuso in Italia ed è infatti qui che ci sono alcuni degli appassionati più illuminati che hanno contribuito, anche sotto l’aspetto didattico, alla sua diffusione. Alla base di tutto c’è una netta differenza fra fumare e gustare”.

Quali cibi e bevande possono accompagnare la degustazione di un sigaro?
Se si parla di degustazione, si parla solo di sigaro accompagnato da acqua gassata, con lo scopo di raffreddare il cavo orale e detergerlo in modo da descrivere e analizzare nel modo più oggettivo possibile il prodotto che si fuma, senza farsi coinvolgere da emozioni che ne potrebbero alterare il giudizio. Se si parla di gustare, invece, qui non ci sono paletti. Il sigaro si può, secondo il mio parere, abbinare a qualsiasi cosa, l’importante è che renda quella fumata unica, anche se poi ci sono dei piccoli canoni da rispettare. L’abbinamento dipende dal sigaro che ci si accinge a fumare, tuttavia si può procedere percorrendo più vie: un abbinamento per equilibrio gustativo aromatico, un abbinamento per similitudine o un abbinamento per contrasto”.

Quanti tipi di sigaro esistono al mondo?
Un’infinità. A tale domanda potremmo rispondere riempiendo pagine e pagine. Esistono sigari cubani, dominicani, nicaraguensi o italiani. E la differenza, oltre a farla l’origine della materia, è data dalla forma, dal colore, dal tipo di tabacco (foglia intera o battuta), dalla ricetta e soprattutto bisogna vedere se sono fatti a mano o a macchina”.

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