1. Le caramelle dure di Torino.
Sono conosciute in tutto il Paese e anche fuori per la loro dolcezza: sono le
“Caramelle di Torino”, piccoli
bon bon dai gusti assortiti, preparate con la lavorazione di paste di frutta ed estratti naturali ed amalgamate con pasta di mandorle.
Pare che un’antenata della famosa
caramella di Torino fu importata dalla Siria da Goffredo di Buglione, all’epoca della prima Crociata (1097 – 1099), anche se la sua vera origine è ascrivibile alla diffusione dello zucchero ottenuto dalla lavorazione industriale della barbabietola e alla conseguente scoperta e produzione di confetti.
Nelle vecchie lavorazioni l’impasto ancora bollente era posto in un piccolo cucchiaio di rame a becco molto lungo, col quale si versava a goccia su una tavola di marmo il composto, dal quale si formavano pastiglie rotonde grandi quanto una moneta da 25 centesimi. Lo zucchero raffreddandosi diveniva quindi trasparente e durissimo.
2. I “Cavallucci” di Cingoli.
Dalla
tradizione gastronomica contadina di
Cingoli, nel cuore delle Marche, arrivano i Cavallucci, paste farcite la cui
origine risale all’Alto Medioevo. Si tratta di golosi dolcetti, caratterizzati da un involucro croccante a base di farina di frumento, aromatizzata con limone cannella, vino bianco, che custodisce un ripieno di noci, nocciole e mandorle, sapa, cannella, frutti canditi, zucchero semolato e pane grattugiato. Da gustare con un ottimo vino rosso o con vin cotto.
3. I “Tenerelli” di Andria.
Sono nati nel 1894 ad opera di
Nicola Mucci e sono i
dolcissimi confetti di tanti gusti, prodotti con le eccellenti mandorle pugliesi. Tra i numerosi bon bon e caramelle prodotti nell’antico opificio andriese, nel 1920 sono stati introdotti i famosi “
Tenerelli”, dal ripieno morbido e gustoso, la cui ricetta segreta è custodita della
Famiglia Mucci. Oggi, questi deliziose leccornie colorate, richieste per gli eventi e souvenir per i turisti, realizzati con metodi artigianali secondo i dettami dell’alta tradizione confettiera, non solo continuano a ricevere riconoscimenti, ma è possibile gustarli dopo una visita al
Museo del Confetto “Giovanni Mucci” nel cuore della città.