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Borgo Antichi Orti di Assisi: l’arte alchemica dei monaci

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Uno scrigno custodito ai piedi del sacro Convento di Assisi, terra di lavoro e di preghiera. Un piccolo cofanetto di legno intarsiato, da schiudere affinché sveli le antiche memorie dei sensi e ci conduca in una memorabile esperienza alchemica.
Non è la trama di un libro, né quella di un film. Siamo al Borgo Antichi Orti di Assisi, ex convento benedettino dove i monaci, grandi conoscitori e utilizzatori di erbe officinali e aromatiche realizzavano medicamenti di grande efficacia e scrivevano, lascandoli alla memoria, cataloghi di tutte le erbe che coltivavano ed utilizzavano: gli Hortuli.
Grazie a un progetto voluto e realizzato dal calciatore dell’Inter Andrea Ranocchia, l’azienda agricola Antichi Orti ha voluto recuperare questo patrimonio: il pensiero monastico conservato e rivisitato in una location rinnovata, e unica nel suo genere, ai piedi di Assisi.
Il vecchio convento infatti oggi è diventato una locanda con residenze (dodici L’arte alchemica dei monaci diventa un nuovo patrimonio da regalare ai giovani stanze collegate ai 12 segni dello zodiaco), un laboratorio spagirico, un parco bio conservativo e gli Hortuli, con oliveto, piante officinali e cultivar alimentari ed aromatiche.

Una tradizione calata ai giorni nostri, perché se il Food & Beverage è tanto amato e in voga, agli Antichi Orti il viaggio esperienziale ci insegna che, proprio come facevano i monaci, la biodiversità va salvaguardata e che quando le coltivazioni seguono i cicli astrali ogni specie vegetale dona le sue migliori virtù e conseguenti effetti sul nostro corpo.
La raccolta di erbe, diurna e notturna, con spiegazione dei pianeti guida da cui traggono le loro caratteristiche, trasforma in turismo esperienziale, oggi da molti ricercato, l’antica Spagiria, l’applicazione dell’arte alchemica per la preparazione di rimedi ottenuti dalla distillazione e separazione degli olii essenziali, dell’alcol e dell’acqua.

Ed eccoci così tornati a quello scrigno, chiamato “Memorie Sensorum”: essenze racchiuse in tante piccole fialette. È uno dei “giochi” sensoriali che al Laboratorio Alchemico del Borgo è possibile fare. Ad ognuno la sua essenza. Ce ne sarà sempre una ed una sola che in base al nostro carattere e umore di quel momento avvolgerà maggiormente il nostro essere. La sceglieremo e con quella i Mixologyst e Bartender faranno ad hoc per noi un “ricetta signature”, un drink realizzato attraverso la mescita di prodotti ed estratti preparati in casa con alambicchi in “vitro” di manifattura artigianale.
Dal naso al palato insomma, per poi arrivare al cuore e all’anima; combinazioni uniche che creano quell’alchimia che fa perdurare, nel corpo ma anche nel ricordo, le sensazioni. Le piante e le spezie usate sono ovviamente le piante officinali e le cultivar del Borgo, che poi, grazie a mani esperte, danno vita a “misture” che entrano in contatto con i nostri sensi più profondi, e così capiamo perché per gli antichi monaci una bevanda ha la magia di donarci il potere conoscitivo profondo della nostra anima e del nostro spirito.
Ma la scelta del drink può, all’interno del bar laboratorio, essere figlia anche di un libro. Ovviamente non un libro qualunque, bensì uno dei sette volumi che richiamano l’antica arte dei cataloghi monastici, sette libri menu studiati da specialisti botanici, rilegati e disegnati a mano suddivisi per specie: dalle erbe aromatiche alle spezie, dalle erbe selvatiche ai fiori eduli, dalla frutta agli ortaggi e legumi, per finire alle piante magiche. Vi consiglio di sfogliarli all’interno dell’Herbarium, un’affascinante dispensa dove decine e decine di vasi custodiscono 98 specie di erbe e spezie, suddivise per la loro appartenenza agli elementi Acqua, Terra, Fuoco ed Aria, proprio come sono coltivati negli Hortuli.
La magia vi avvolgerà, sceglierete da uno dei libri la pianta, spezia o erba che sentite più vi rappresenta e con quella verrà realizzato il vostro drink.
E se l’Herbarium guarda alla locanda è perché i frutti degli Hortuli non sono protagonisti solo delle essenze e dei drink del bar laboratorio, ma anche della cucina. Una cucina “humile et preziosa” che a tavola regala una rivisitazione della tradizione contadina e monastica.
Antiche ricette rielaborate che, assieme all’arte spagirica vogliono essere un’eredità da conservare ed una memoria e usanza nuova da regalare ai posteri, i primis ai giovani che oggi rischiano di dimenticare la storia che ci ha resi ciò che siamo.

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