Banh mi, dal Vietnam la baguette figlia del colonialismo

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In italiano significa semplicemente “pane”. Ma dietro il Banh mi c’è una storia fatta di sofferenze, figlia di quel colonialismo che, in una maniera o nell’altra, ha fatto la storia del Vietnam. Viene infatti dal sud-est asiatico uno degli alimenti che oggi sta spopolando anche in Occidente. Il Banh mi Sandwich è un panino, in sostanza, la versione più corta della baguette, si potrebbe azzardare. Più corta, ma anche più soffice al suo interno, così come la crosta, molto più sottile rispetto alla versione americana. Merito della farina di grano mischiata a quella di riso.

Secondo quanto appreso, l’idea di aggiungere farina di riso è stata un’esigenza nata dall’alta umidità dell’ambiente asiatico che rendeva difficile la lievitazione del pane. La sua notorietà è andata oltre i confini asiatici, andando a toccare quasi tutti i continenti. Dopo la caduta di Saigon, nel 1975, la versione sandwich del Banh mi è stata esportata in un periodo di forti emigrazioni.

Oggi, dalla Francia agli Stati Uniti, è possibile trovare questo panino in più versioni, condito secondo i gusti e la fantasia degli chef. Ma la versione originale è con il ripieno di maiale grigliato marinato, paté e coriandolo. Nient’altro. Carne necessariamente tenera e sfilacciata, figlia di una marinatura durata molte ore, meglio se fatta con gli avanzi del giorno prima. E, ancora oggi, è una valida alternativa ai fast food o ai food truck sparsi nelle città del Vietnam. Un modo per assaporare, ancora oggi, il meglio della cucina locale.

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