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Ansonica di scoglio Nero. Storia e tradizione nell’etichetta di Tenuta Isola nel Giglio

Pubblicato da

a cura Beatrice Laurora

Corposo e dai sentori minerali, Ansonica Scoglio Nero è il primo vino bianco prodotto dalla cantina toscana Tenuta Isola nel Giglio. Dal colore giallo dorato brillante con lievi riflessi ambrati, questo pregiatissimo prodotto racconta una storia di dedizione e tenacia dell’arcipelago toscano che esprime tutto il suo carattere deciso grazie alle preziose note che rimandano all’elicriso, alla camomilla e ai canditi, arricchite da una leggera ed elegante nota legnosa.
Nata da un progetto dell’imprenditore francese Philippe Austruy con l’aiuto dell’agronomo Alessandro Fonseca, la tenuta è un vero e proprio paradiso grande poco più di un ettaro, sviluppato
su appezzamenti delimitati da muri in pietra di granito. L’omonima Isola del Giglio dalla quale la cantina prende il nome è conosciuta soprattutto per le sue bellezze naturali, il suo mare cristallino e i suoi splendidi e ricchissimi fondali, ma gode anche di una storia enologica dalle radici millenarie. Qui, infatti, diversi ritrovamenti e numerosi terrazzamenti confermano l’attenzione degli isolani per il vino già in epoca etrusco-romana, un retaggio del passato che fortunatamente oggi si sta lentamente recuperando e valorizzando. Infatti, mentre la produzione al Giglio un tempo era abbondantissima, con l’arrivo del turismo negli anni Sessanta era stata abbandonata per poi essere successivamente rivalutata poco a poco dopo gli anni Ottanta. Con lo spopolamento dell’isola c’erano sempre meno persone disposte ad andare in campagna e molte preferivano il guadagno facile con i turisti.
Eppure, qualcuno non si è arreso e ha continuato a coltivare l’Ansonica, questo vitigno in grado di resistere a climi secchi e di vivere e prosperare anche con poca acqua.
Contraddistinto da una vigoria importante e da una spiccata resistenza, l’Ansonica permette di concentrare in pochi acini tutto il gusto aromatico nel rispetto della tradizione e del luogo di provenienza.
L’obiettivo enologico che ci siamo preoccupati di raggiungere è stato quello di ricercare la massima espressione qualitativa di questo particolare vitigno, analizzando ogni aspetto della coltivazione e della vinificazione, per riprodurre in chiave moderna quell’elegante nettare che già aveva ammaliato i popoli antichi”, spiega Alessandro Fonseca, oggi direttore della tenuta.
Già al primo sorso di Ansonica Scoglio Nero possiamo sentire esplodere i profumi che durante la stagione avvolgono la vigna: dalle fioriture di macchia mediterranea alla rilassante brezza marina.
“La spiccata mineralità e la morbidezza del tannino trasportano immediatamente nella Terra toscana.”
Al palato il sorso risulta pieno e corposo, contraddistinto da una matrice tannica armoniosa e ben levigata durante l’affinamento. Il finale leggermente amaro rimanda a sentori minerali e
sapidi che lasciano la bocca asciutta ed estremamente pulita.

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ph. Stefano Casati

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