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Il “Novel Food” dei Faraoni: la riscoperta dell’antico Fonio.

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a cura di Francesco Blandamura

Oba’ Food riporta il cereale africano sulle nostre tavole.
Per millenni è stato nel dimenticatoio. Eppure, il Fonio è un cereale pregiato con importanti proprietà benefiche. E ora, grazie ad Obà Food, questo prodotto sta vivendo una seconda vita. L’azienda italiana, infatti, ha svolto un ruolo fondamentale per l’introduzione del Fonio in Europa, ottenendo l’emissione di un Regolamento Comunitario nel quale si approva questo cereale.

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La sua storia è antichissima: le prime apparizioni del “Novel Food” risalgono a più di 5000 anni fa, con ritrovamenti nelle tombe dei faraoni. Anche la mitologia ne parla: secondo la popolazione Dogon del Mali, infatti, Amma creò l’universo da un chicco di Fonio situato dentro l’uovo del mondo.
Coltivato nell’Africa Occidentale, nel clima secco della Savana, tra Senegal, Burkina Faso e Mali, una delle sue caratteristiche principali è il breve periodo di crescita: a differenza degli altri cereali, cresce in sole 6-8 settimane e non ha bisogno di acqua.
Inoltre, le sue sostanze antiparassitarie ben si adattano alla coltivazione biologica senza il bisogno di utilizzare fitofarmaci.
Leggero, con la consistenza del cous cous, il Fonio può essere macinato in una farina dal gusto delicato e della profumazione rustica, ed è ottimo per preparare pizza, pasta e dolci.
L’assenza di glutine nella farina lo rende la soluzione migliore per chi soffre di intolleranza o di celiachia.

In un mondo in cui i consumatori sono sempre più attenti all’alimentazione, la riscoperta del Fonio può essere la giusta risposta in termini di gusto e benessere.
A raccontarci di questo cereale è Gabriele Fortunato, Founder & CEO di Obà Food.

Come mai il Fonio non è ancora entrato nella cultura gastronomica mediterranea?
“Nonostante il Fonio sia coltivato in Africa Occidentale da più di 5.000 anni, solo da poco è stato portato alla ribalta, qui in Europa da noi di Obà, che lo abbiamo introdotto come Novel Food, facendolo approvare dalla Commissione Europea.
In realtà, il Fonio, per migliaia di anni, è stato trascurato anche in Africa, a causa del processo di pulizia dei chicchi che doveva essere svolto manualmente, con pestello e mortaio, processo particolarmente laborioso.
Il chicco, molto piccolo, infatti, non permetteva la meccanizzazione del processo di rimozione della crusca, fino a quando pochi anni fa, un giovane ingegnere senegalese inventò il primo macchinario per decorticare i minuscoli granelli di Fonio. Tale invenzione, per altro premiata con il Rolex Innovation Award, ha incrementato la produttività delle comunità agricole, che ora hanno rilanciato il Fonio non solo per il consumo locale, ma anche per l’esportazione, rendendo questo pregiato cereale una fonte di proventi da reinvestire, a sua volta, nello sviluppo dei sistemi di coltivazione e raccolta, alimentando un percorso virtuoso di sviluppo economico”.

Il fatto che non necessiti di acqua per la sua coltivazione, quanto può essere rivoluzionario per l’economia mondiale, soprattutto di quei Paesi a rischio siccità?
“Il fatto che il Fonio sia in grado di crescere in contesti aridi, come le terre della Savana, lo rende una risorsa preziosa per combattere siccità e carestie, non solo in Africa ma nel mondo intero. Senza dimenticare l’importanza di sostenere la biodiversità alimentare, proprio oggi che oltre il 60% dell’alimentazione mondiale si basa solo su tre cereali: grano, riso e mais. In tal senso, il Fonio coltivato nelle sue terre originarie, e in modo assolutamente naturale, è frutto di un’agricoltura sostenibile che può contrastare le minacce alla biodiversità rappresentate dalle biotecnologie e dalle colture intensive”.

Come è stato accolto nella cucina italiana?
“Il cereale, sia in grani che in farina, sta riscuotendo grande interesse nei consumatori che sono sempre più alla ricerca di un’alimentazione sana ed equilibrata, senza per questo rinunciare al gusto della tavola. I riscontri di coloro che lo hanno provato sono sempre molto positivi: c’è chi ne evidenzia la leggerezza, chi il sapore delicato e la versatilità e chi, invece, è maggiormente attratto dagli eccellenti valori nutrizionali. Il fonio, infatti, è naturalmente senza glutine, fonte di fibre, sali minerali, proteine, e ha basso indice glicemico. Anche i professionisti, chef e pasticceri, si stanno avvicinando al Fonio e presto, grazie alla domanda dei consumatori che ne avranno apprezzato in prima persona le qualità in cucina, lo troveremo nei menù dei ristoranti, esattamente come è stato per la quinoa”.

Quali possono essere gli sviluppi di questo “Novel Food”?
“Il Fonio seguirà la stessa storia di successo di tutti quelli che vengono chiamati “cereali minori”, quali Quinoa (pseudo-cereale), Sorgo, Teff e Amaranto, che negli ultimi anni hanno attratto tutte quelle persone che ricercano alimenti naturali, in grado di apportare importanti benefici nutrizionali o che vogliono limitare il consumo di farine raffinate e troppo ricche di amidi. Inoltre, per questo Novel Food si aprirà tutto il mercato dell’industria, per cui il Fonio sarà presto utilizzato anche da quelle aziende alimentari che per loro vocazione sono interessate a ingredienti buoni e naturali, in grado di apportare dei benefici alla salute dei propri consumatori. Presto vedremo sugli scaffali dei negozi i grani di Fonio utilizzati nei vegan burger o nei cous cous confezionati o biscotti e pasta realizzati con la farina di Fonio”.

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