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Vinitaly 2025: il Vino si fa (anche) senz’alcol. Dalle nuove leggi ai vini d’eccellenza: il volto nuovo dell’enologia

a cura di Camilla Mignone

Bollicine, eleganza e consapevolezza: un nuovo volto dell’enologia italiana A Vinitaly 2025 il vino cambia abiti. Tra stand affollati e calici alzati, una silenziosa rivoluzione prende forma: il mondo del vino analcolico e dealcolato conquista spazio, attenzione e – a sorpresa – anche alcuni dei palati più scettici. Non si tratta più di curiosità di nicchia o di bevande per astemi, i prodotti a base di mosto non fermentato e i vini dealcolati sono ormai protagonisti a pieno titolo, con un’identità propria. Sono belli, buoni, intriganti e, dettaglio non trascurabile, inclusivi.
Una nuova generazione di consumatori chiede esperienze sensoriali autentiche senza per forza legarsi all’alcol. E l’enologia risponde, tra tradizione e tecnologia.

Dal mosto alla rivoluzione: analcolici versus dealcolati

Sono due le grandi famiglie protagoniste di questa nuova realtà, se da una parte si trovano le bevande analcoliche a base di mosto d’uva non fermentato, che mantengono l’aroma naturale dell’uva in purezza. Mentre dall’altra abbiamo un prodotto più vicino al vino tradizionale: i vini dealcolati, ottenuti con tecniche sofisticati di rimozione dell’alcol post fermentazione, osmosi inversa, distillazione sottovuoto sono alcuni di questi, in grado di preservare gusto e complessità.
Ed è proprio da qui che inizia il nostro viaggio tra le etichette più interessanti protagoniste in fiera.
Nata in Valpolicella, Frizero propone una linea di sparkling analcolici ottenuti da uvaggi come Garganega, Fernanda e Corvina. Il processo di dealcolazione avviene a freddo, preservando freschezza e fragranza. Il Bianco conquista con note di mela verde e fiori di campo, il Rosé sorprende con sfumature di fragola e lampone. Una bevuta pulita, moderna, perfetta per chi cerca sobrietà senza rinunciare allo stile.
Dalle colline veronesi ci spostiamo ora in Friuli, dove le bollicine parlano dialetto e libertà. Franc Lizêr, le Bollicine friulane, libere per natura. Qui il nome già racconta tutto: “Franc Lizêr” in friulano significa “libero e leggero”. Il loro Spumante Rosé 0.0%, prodotto da uve autoctone, è delicato e luminoso. Senza fermentazione, ma con un perlage vivo e una personalità chiara: profumo di piccoli frutti, gusto fresco e accattivante. Più che una bevanda, un manifesto.
E se la leggerezza fa tendenza, anche la tradizione ha voglia di evolversi. È il caso di DR Fischer Hofstätter goes Zero. La storica cantina Hofstätter, in collaborazione con DR Fischer, lancia una linea di Riesling della Mosella completamente dealcolato. Aromaticità e struttura sono notevoli per un 0.0%: pesca bianca, lime e accenni minerali che lo rendono un vino che convince anche i puristi, e dimostra come anche i terroir più prestigiosi vogliano dire la loro sul futuro.

Il futuro del vino è (anche) senza alcol?

Vinitaly 2025 ha messo in chiaro una verità ormai impossibile da ignorare: il vino analcolico e dealcolato non è più una curiosità marginale, ma una realtà viva, in crescita, che parla a un pubblico nuovo e consapevole. Questi prodotti non vogliono sostituire i grandi Vini da meditazione o le etichette da collezione: vogliono semplicemente affermare un nuovo modo di vivere l’esperienza del vino. Un rituale diverso, adatto a momenti, gusti e stili di vita che si evolvono. Ma allora, ha ancora senso parlare solo di Vino come lo conoscevamo finora? Oppure stiamo
entrando in una nuova realtà del Gusto enologico parallela, autonoma e in continua evoluzione, che non chiede confronto, ma semplicemente il diritto di esistere accanto alla tradizione? Una cosa è certa: il gusto cambia, le abitudini si trasformano, e il mondo del vino si sta preparando ad accogliere nuove storie da raccontare.

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