a cura di Alessandra Savino
Bere un drink o sorseggiare un tè avvolti da un’atmosfera settecentesca, oggi, è possibile senza alcun viaggio a ritroso nel tempo: basta varcare la soglia di Gucci Giardino.
Suggestivo cafè e cocktail bar, inaugurato dalla Maison di alta moda nel 2022 a Firenze, nella storica Piazza della Signoria. Ad ospitarlo è l’antico Palazzo della Mercanzia, un luogo fra le cui mura del ‘300 si respira aria d’epoche passate ma dal fascino intramontabile. Qui, fra colonne e capitelli intagliati, pareti movimentate da boiserie e travi a vista, si scorgono divanetti in pelle blu e tavolini in marmo vintage.
Infonde, poi, una nota di colore caldo all’ambiente il giallo senape dei pannelli situati alle spalle del bancone. Impossibile non notare il tocco di Alessandro Michele, direttore creativo
della celebre casa di moda, che, con il raffinato bistrot in stile francese, ha aggiunto un nuovo tassello alla storia del brand.
Entrando in Gucci Giardino, inoltre, si percepisce subito che quel luogo ospitava, un tempo, lo storico fioraio di Maurizia Venturi, di cui conserva gli armoniosi contrasti nell’arredamento. Stelle a otto punte impreziosiscono il parquet di rovere, illuminato da grandi finestre che si affacciano sulla storica piazza fiorentina. Aperto dalle otto del mattino all’una di notte, tutti i giorni, il bistrot della Maison di moda, vede al timone la pluripremiata Martina Bonci, bar manager dalle origini umbre. A farla innamorare del mondo della mixologia è stata la sua bisnonna nella cui cucina Martina era solita ‘rubare’ piccoli sorsi di vino.
Oggi, alla guida di Gucci Giardino, la Bonci firma cocktail che si contraddistinguono per l’utilizzo di ingredienti di alta qualità e straordinaria creatività compositiva. Tra i drink più richiesti, nati dal suo estro, spicca il “Mémoire di Negroni”, omaggio alla celebre bevanda alcolica nata a Firenze oltre cent’anni fa. Rispetto alla versione tradizionale, quella
proposta da Martina, nel bistrot targato Gucci, miscela ingredienti come il Gin Peter in Florence, il Bitter Bianco Luxardo, il Martini Vermouth Ambrato, il sake allo yuzu, il bitter al pompelmo The Bitter Truth e il butterfly pea flower.
Il risultato? Un originale drink dal colore viola intenso. E per i più nostalgici Martina Bonci ha ideato “1921”, un drink che omaggia la Maison rievocando l’anno di fondazione della maison attraverso sapori terrosi. Ma sfogliando il menù di Gucci Giardino non ci s’imbatte solo in pagine dedicate al beverage: il bistrot ideato e voluto da Alessandro Michele propone, infatti, anche piatti di ispirazione orientale e messicana accanto a portate che si rifanno al mondo della Gucci Osteria.
Così, immersi nell’atmosfera settecentesca del cafè sorto nel Palazzo della Mercanzia, accolti da divanetti dal sapore vintage, è possibile consumare, sia a pranzo che a cena, pasti veloci e leggeri spaziando da focaccia con mortadella, ricotta e aceto balsamico, griffata Massimo Bottura, a ceviche di carciofi e leche de tigre. Si intraprende dunque un viaggio culinario varcando la soglia dello storico edificio, luogo in cui un tempo i fiori facevano da padroni di casa.
A rievocare la loro essenza, oggi, sono cocktail e pietanze in linea con la mission della nota casa di moda fiorentina.
Creatività, tradizione e innovazione, le tre parole chiave che dal quel lontano 1921 rendono Gucci, un brand dal fascino multisensoriale.
Martina Bonci. Cocktail a base di emozioni e ricordi.
Quando è avvenuto il tuo primo incontro con il mondo del bartending?
Al ristorante-bar La Cia di Gubbio, di proprietà di una mia compagna di squadra a pallavolo, dove lavoravo part-time per avere quel po’ di indipendenza economica che da studentessa mi permettesse di pagarmi le vacanze. Per gli ospiti preparavamo drink internazionali come Americano o Negroni.
Ricordi il primo cocktail che hai ideato e creato?
Non lo ricordo con precisione, ma credo fosse un sour con tequila e camomilla. Qualcosa di leggero e ‘tranquillo’ che rispecchiasse i miei gusti.
Cosa ti ispira nella creazione di un drink?
Le materie prime, selezionate a seconda della stagionalità, sono sempre alla base del mio processo di creazione di un cocktail. Poi ogni drink list ha un suo tema, una sorta di filo conduttore di ispirazione per tutti i drink che, nel caso dell’ultimo menù, è il mio team: ogni cocktail è dedicato a un membro diverso della mia squadra.
Quanto l’elemento olfattivo è importante in un cocktail?
Importantissimo! È un tassello fondamentale per far arrivare ai miei clienti determinate emozioni ed evocare in loro ricordi speciali.
Nel 2021 diventi Bar Manager del Gucci Giardino 25, oggi Gucci Giardino: cosa ha significato questo traguardo per la tua carriera?
È stato un traguardo incredibile, un onore e una responsabilità, che sono fiera di portare avanti ogni giorno.
Qui, hai dato vita ad una drink list molto originale in cui troviamo una variante del tradizionale Negroni: cosa lo caratterizza, lo rende unico e rappresentativo dello stile di Gucci Giardino?
È caratterizzato dal colore viola, colore simbolo della città di Firenze, dove è nato il Negroni e dove nel 1921 è nato Gucci. È stato il primo drink che ho creato e tuttora rimane uno dei più ordinati.
Quest’anno hai ricevuto il titolo di Bartender dell’Anno da parte di Compagnia dei Caraibi in collaborazione con Rum Diplomático: secondo te quali requisiti ti hanno permesso di essere insignita di questo riconoscimento?
Spero di riuscire a far felici tutti i palati e soprattutto di far sentire tutti gli ospiti accolti. Sono particolarmente fiera di avere formato un team giovane che, a due anni dall’apertura, è ormai forte e consolidato e ci permette di raggiungere determinati risultati.