Guida alle bollicine del territorio: lo spumante da uve Timorasso
a cura di Camilla Mignone
Se a parlare di bollicine piemontesi è l’Alta Langa la protagonista indiscussa, nelle Terre Derthona e di Libarna anche lo spumante da uve Timorasso sta iniziando a ritagliarsi una posizione sempre più effervescente, grazie al carattere unico del territorio e alla spiccata audacia dei produttori. Quali sono dunque le tappe imperdibili per un viaggio tra le bolle a base Timorasso?
Il Donna Clem di Daniele Ricci, Cascina San Leto a Costa Vescovato Per chi cerca bollicine con un tocco di originalità, il Metodo Classico Donna Clem di Cascina San Leto è una proposta imperdibile. L’azienda, fondata nel 1929 da Carlo e Clementina e oggi guidata da Daniele Ricci insieme al figlio Mattia, si distingue per la sua visione audace e innovativa.
L’idea pionieristica nasce grazie a Sandra, una cara amica appassionata di bollicine, che suggerisce a Daniele di spumantizzare il Timorasso. Così prende vita il Donna Clem, dedicato alla Nonna Clementina, donna di grande carattere e cofondatrice di una delle aziende più audaci del territorio. Donna Clem si presenta in due versioni: la versione bianca, 100% uve Timorasso, composta al 50% da Derthona e al 50% da Giallo di Costa, affinata per almeno 36 mesi sui lieviti; e la versione rosé, un blend di 95% uve Timorasso e 5% di uve Barbera, fermentato spontaneamente con lieviti indigeni in acciaio e affinato per almeno 24 mesi sui lieviti in bottiglia. Entrambe offrono una combinazione perfetta di struttura, freschezza e complessità, con un perlage fine e persistente.
Un’autentica espressione del territorio, capace di sorprendere e conquistare ogni palato, ideale a 6/8°C con piatti di pesce. Dopo l’affinamento, emerge una delicatezza unica, con note di
idrocarburo che persistono anche dopo la sboccatura. Un viaggio effervescente che unisce tradizione e innovazione in ogni sorso.
Ezio Poggio nelle Terre di Libarna, tra Lusarein e Metodo Classico
La cantina Ezio Poggio affonda le sue radici in tre generazioni di vignaioli. Dal 2005 produce vini da uve Timorasso e dal 2010 è approdata la spumantizzazione, sfruttando le peculiarità dei suoi vigneti situati in alta collina nelle Terre di Libarna. Il terroir della Val Borbera, con i suoi suoli argilloso-calcarei e altitudini elevate, conferisce mineralità e struttura al vitigno, dando vita a due interpretazioni complementari. L’altitudine e la vicinanza all’Appennino Ligure favoriscono una spiccata acidità e una freschezza ideale per la produzione di bollicine. Nel 2010 nasce Lusarein, Brut Metodo Martinotti 100% Timorasso, affinato sei mesi in autoclave. Il risultato è un perlage fine e persistente, accompagnato da profumi di agrumi, fiori bianchi e una leggera nota minerale. Al palato, la freschezza esplosiva del vitigno si unisce a un finale sapido e raffinato.
Nel 2016 arriva il Metodo Classico, espressione più complessa e strutturata. La base spumante viene imbottigliata e affinata a temperatura controllata di 14°C. Il lungo contatto con i lieviti regala
note di crosta di pane, mineralità e sfumature agrumate. Nella fase di sboccatura la colmatura avviene esclusivamente con un Derthona Timorasso di vecchia annata e poi lasciato ad affinare fino anche a quaranta mesi. Negli abbinamenti, Lusarein è perfetto per aperitivi, pesce e carni bianche, mentre il Metodo Classico si esalta con salumi, formaggi stagionati e carni rosse. Temperatura ideale? Tra 6 e 8°C.
Novità della cantina è Lunatico, vino rifermentato naturalmente in bottiglia con aggiunta di mosto d’annata per attivare la rifermentazione, dando vita ad una bollicina fresca e moderna.
Il vino Timorasso spumantizzato continua a farsi strada nel panorama enologico italiano e internazionale. Il futuro guarda a un pubblico giovane, attento alla qualità e alla sostenibilità.
Per scoprirlo dal vivo, appuntamento al Vinitaly 2025 o direttamente in cantina, con degustazioni personalizzate e molto altro.
