L’agnello di Pasqua, piatto immancabile sulle tavole degli italiani

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È il piatto che più rappresenta la tradizione pasquale. Parliamo delle costolette d’agnello. Al forno, con o senza patate, e sulla brace, l’importante è che per il giorno di Pasqua (che quest’anno cade il 21 aprile) non manchi sulle tavole degli italiani. Un invito che non si rende poi così necessario, dato che la carne d’agnello viene servito sulle tavole del 51% degli italiani, ma anche nei ristoranti e negli agriturismi.

E mentre la stragrande maggioranza dei macellai si rifornisce per la clientela, l’88% degli acquirenti, invece, si rivolge direttamente al pastore di turno. Almeno secondo quanto emerge da un’indagine condotta da Coldiretti/Ixe’, in occasione dell’iniziativa “Qualità e origine in tavola”, organizzata dal Codacons a pochi giorni dalla Pasqua.

Il consiglio di Coldiretti è quello di rifornirsi preferendo carne o agnello a denominazione di origine garantita da marchi di provenienza territoriale o, come già anticipato, acquistare direttamente dai pastori. Questo per evitare la carne proveniente dall’estero, da Paesi come Grecia o Romania, che non assicurano i nostri standard qualitativi.

Anche perché rifornirsi dai pastori significa dare una mano alle aree colpite dal terremoto negli ultimi anni, come Abruzzo e Umbria. Ed è anche un modo per aiutare i pastori sardi, il cui lavoro è a rischio estinzione, così come sottolinea Coldiretti. Questo per “colpa” dei prezzi inferiori che si trovano ai costi di produzione, e per gli attacchi degli animali selvatici che dimezzano i pascoli. Oltre alla concorrenza sleale dei prodotti stranieri che si possono acquistare a prezzi abbattuti.

Ma perché si mangia l’agnello a Pasqua? Secondo la religione ebraica e quella cristiana, è il simbolo del sacrificio per eccellenza, come più volte scritto nell’Antico Testamento. Ad esempio, nel libro dell’Esodo, a proposito della Pasqua ebraica Dio si rivolse a Mosé e Aronne dicendo: “Ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa […] In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco“.

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