Nel cuore del centro storico di Verona, tra le strade ricche di storia e fascino, rinasce un’icona della ristorazione scaligera: la Trattoria La Pigna. Dopo dodici anni di chiusura, questo storico locale torna a vivere grazie all’impegno dei fratelli Luca e Silvia Gambaretto, con l’obiettivo di unire tradizione e modernità in un ambiente accogliente e dinamico.
Situata a pochi passi da Piazza Erbe, La Pigna si inserisce perfettamente nel tessuto storico di Verona, riportando in vita una tradizione che affonda le radici nel passato, ma con uno sguardo rivolto al futuro.
Un luogo dove sentirsi liberi, godersi un aperitivo, cenare con piatti autentici e vivere un’esperienza enogastronomica senza tempo.
Il ritorno di un’istituzione
La riapertura de La Pigna, situata al numero 4B dell’omonima via, segna un momento significativo per Verona. Il progetto, guidato dai fratelli Gambaretto e dal loro team, nasce dalla volontà di preservare lo spirito autentico della trattoria tradizionale, reinterpretandolo in chiave contemporanea per adattarsi alle nuove abitudini della convivialità.
Il locale celebra la cultura veneta e italiana, mantenendo al contempo un’atmosfera informale e accessibile.
Un nuovo modo di vivere la trattoria
“La Pigna si propone di valorizzare in chiave moderna l’aspetto divertente e dinamico della tradizione enogastronomica veneta”, spiega Silvia Gambaretto. “Si può iniziare con un goto de vin accompagnato da qualche cicchetto, per poi spostarsi al tavolo e gustare un pasto completo, senza rigidità e con totale libertà.”
Luca Gambaretto, CEO del Gruppo Do It Better (DIB), sottolinea il concetto di convivialità randomica, che abbraccia il piacere dello stare insieme senza formalità, in linea con lo spirito delle antiche trattorie italiane. Il locale si propone di essere un punto di riferimento per veronesi e turisti, offrendo un’esperienza autentica e coinvolgente.
Un’atmosfera suggestiva e accogliente
La Pigna si sviluppa su tre ambienti distinti, ognuno con una propria identità:
- Banco bar all’ingresso: dedicato all’aperitivo informale con cicchetti e vini selezionati.
- Sala principale: accessibile e pensata per pranzi e cene conviviali.
- Taverna interrata: caratterizzata da affascinanti volte a botte, sarà utilizzata per ampliare la capienza del locale e per eventi privati.
L’arredamento combina elementi di design moderno con materiali tradizionali, come travi a vista e pareti in mattoni, per creare un’atmosfera calda e accogliente. Ogni ambiente sarà accompagnato da un sottofondo musicale personalizzato, per esaltare l’esperienza sensoriale degli ospiti.
La cucina: un viaggio nei sapori italiani
La proposta gastronomica de La Pigna è un omaggio alla tradizione, con piatti autentici e ingredienti selezionati di altissima qualità. Il menù include classici intramontabili della cucina italiana, come:
Pasta e fagioli
Trippe
Baccalà
Bigoli con le sarde
Lumache
Cotoletta alla milanese
A questi si affiancherà una carta dei vini incentrata su etichette naturali e piccoli produttori, per offrire un’esperienza enologica ricercata e autentica.
Un progetto di famiglia: il sogno di Ferdinando Gambaretto
La riapertura de La Pigna rappresenta anche la realizzazione di un sogno familiare. L’idea di riportare in vita questa storica trattoria nasce dal desiderio del padre dei fratelli Gambaretto, Ferdinando, che già nel 2010 aveva immaginato un luogo capace di combinare convivialità e qualità gastronomica.
“È stato il suo ‘capriccio’, come lo chiamava lui, a ispirarci”, racconta Luca Gambaretto. “Dare nuova vita a La Pigna significa onorare la sua visione e creare un punto di riferimento per chi ama la cucina autentica e l’ospitalità italiana.”
Do It Better Group: eccellenza e innovazione nella ristorazione
La Pigna entra a far parte del Gruppo Do It Better (DIB), realtà veronese che dal 2017 si distingue per un’offerta gastronomica diversificata e di alta qualità. Il gruppo include già insegne di prestigio come:
- Ristorante Maffei (in Piazza delle Erbe, uno dei più rinomati di Verona)
- AMO Bistrot (recentemente entrato nella Guida Michelin con la sua proposta fusion)
- Oblò Comfort Food (punto di riferimento per gli amanti della cucina informale di qualità)
Sotto la guida di Luca Gambaretto, il gruppo si distingue per l’attenzione al benessere dei dipendenti, con un modello di welfare innovativo che prevede contratti a 40 ore settimanali, due giorni liberi e percorsi di formazione continua.
La Pigna riapre dopo dodici anni di chiusura. Quali emozioni provate nel riportare in vita una delle trattorie storiche di Verona?
Una grande emozione, doppia. Da una parte, La Pigna rappresenta, specialmente per la mia generazione, un mito perciò esiste un metro di paragone importante a cui conseguono aspettative molto alte: c’è il forte desiderio di riuscire a soddisfarle e superarle. Dall’altra, l’emozione più grande e forse più “romantica” sta nel concretizzare il sogno di papà, che avrebbe voluto aprire una trattoria quindici anni fa.
Quali sono state le principali sfide nel recuperare questo locale e adattarlo alle esigenze della ristorazione contemporanea?
Siamo ripartiti da zero. La Pigna è stata sventrata e rimasta vuota per tredici anni: la nostra sfida è stata, prima di tutto, architettonica. L’abbiamo restaurata cercando di riportare alcuni elementi fortemente caratteristici al loro originale splendore: dalle imponenti colonne nella sala destinata al bar, alle pareti in mattone a vista fino alle travi del soffitto, alle quali abbiamo intenzionalmente lasciato dimostrare i segni del tempo, senza ritocchi. É poi l’arredamento moderno, insieme alla proposta enogastronomica, a rimarcare la nuova anima, più contemporanea, della trattoria. La seconda grande sfida è, senza dubbio, il fatto di ridare vita a un’insegna dalla brand identity fortemente affermata; creare un ponte tra ciò che siamo soliti ad associare al termine “tradizione” e le esigenze della ristorazione dei giorni nostri… il tutto in maniera originale, secondo la nostra filosofia!
Nel comunicato stampa si parla di convivialità randomica”. Può spiegarci meglio cosa significa e come si traduce nell’esperienza degli ospiti?
Convivialità randomica nel nostro vocabolario corrisponde a grande libertà. É proprio questa la sensazione che vogliamo riuscire a trasmettere a chi entrerà a La Pigna: libertà di godersi un aperitivo, senza che sia preclusa la possibilità di prolungarlo con una cena “all’ultimo minuto”; libertà di mangiare bene e stare bene, passando dallo sgabello al tavolo in sala, senza doversi attenere agli schemi fissi spesso dettati dall’usuale svolgimento di una cena fuori casa; libertà di gustarsi un bel piatto “da trattoria” ma senza rinunciare alla qualità dei prodotti e della tecnica. Vogliamo che da La Pigna ogni ospite, indipendentemente dall’età, si senta libero di fare ed essere ciò che fa sentire bene.
Il concetto di trattoria contemporanea è centrale nel vostro progetto. Quali elementi della tradizione avete voluto mantenere e quali innovazioni avete introdotto?
L’innovazione vera e propria sta nella proposta enogastronomica e nell’aggiunta del bar. Abbiamo ripreso un aspetto de La Pigna, accennato solo dall’ultima gestione, e l’abbiamo fatto nostro per rendere l’esperienza più dinamica e divertente. Ed è proprio ricreando quest’atmosfera di leggerezza che riportiamo in vita lo spirito originario della trattoria e, quindi, la tradizione enogastronomica regionale tipicamente italiana.
L’arredamento e il design giocano un ruolo importante nella vostra idea di ospitalità. Quali dettagli dell’ambiente di La Pigna ritenete più rappresentativi della vostra visione?
Architettura e arredamento riflettono il nostro concept: far coesistere le radici della trattoria storica con elementi de “La Pigna 2.0”. Ci piace l’idea di un’insegna che riesce a indossare al contempo la sua vecchia pelle e una del tutto nuova: l’originalità deriva da questo binomio.
La suddivisione degli spazi – tra bar, sala principale e taverna interrata – è pensata per offrire esperienze diverse…
Esatto. Il locale conta una settantina di coperti e l’esperienza completa si snoda in tre diversi ambienti: all’ingresso, il banco bar è dedicato all’aperitivo informale, variante espressa e di qualità della cucina, svincolata dalle dinamiche del servizio in sala; sulla destra, il secondo locale, totalmente accessibile grazie a una comoda rampa, è adatta a pranzi festivi e cene anche infrasettimanali per una trentina di persone; la taverna interrata – suggestiva sotto le affascinanti volte a botte – può essere riservata per eventi privati.
Il menù di La Pigna propone piatti iconici della tradizione italiana. Qual è il filo conduttore che lega queste scelte gastronomiche?
Il nostro menù di piatti evergreen è pensato per rendere l’esperienza del fine dining più accessibile e con una modalità meno impostata, libera dalle formalità.
Avete selezionato una carta vini con una forte attenzione ai piccoli produttori e ai vini naturali. Perché questa scelta?
Più che vini naturali, direi artigianali. La scelta segue la tendenza della domanda, quindi da una clientela ormai sempre più attenta, consapevole e responsabile rispetto a ciò che consuma. Con queste proposte di nicchia vogliamo solleticare la curiosità dei nostri ospiti e spingerli verso nuovi orizzonti, meno noti, in un territorio tradizionalmente già caratterizzato dalla produzione di etichette rinomate.
C’è un piatto che per voi rappresenta al meglio lo spirito di La Pigna?
Direi tutti! L’intera proposta nella sua complessità-semplificata riflette lo spirito della nuova Pigna.
Questo progetto ha radici profonde nella vostra famiglia e nasce da un’idea di vostro padre Ferdinando. Quanto è stato importante per voi questo legame affettivo nel dare nuova vita a La Pigna?
Il nostro percorso sotto la sua ala, dalla formazione fino all’acquisizione del ruolo amministrativo, ci ha sempre portato a confrontarci con le sue idee.
(Luca) Quando, vent’anni fa, papà fantasticava sul ritorno ai piatti semplici della tradizione, io ritenevo che ormai fosse una mentalità superata; cercavo di spingerlo verso il fine dining e
le contaminazioni con le cucine del mondo… Ora riconosco le sue fantasie come avanguardiste e posso affermare che, per quanto all’epoca non ne fossi convinto, ha sempre avuto fiuto per le tendenze.
Quali sono le vostre aspettative per La Pigna e come immaginate la sua evoluzione nei prossimi anni?
Vogliamo che La Pigna torni a essere un punto di riferimento, conviviale, divertente e, soprattutto, per tutti.
Verona è una città con una grande tradizione culinaria e turistica. Come pensate che La Pigna possa inserirsi e distinguersi in questo contesto?
Qui lascio la parola a Lei e a chi avrò il piacere di ricevere prossimamente!
C’è un sogno o un obiettivo particolare che sperate di realizzare con La Pigna?
Come esito dell’impatto del turismo a Verona, l’offerta enogastronomica ha preso la direzione dell’omologazione: la gran parte delle insegne in centro punta tutto sulla cucina del
territorio, le ricette della tradizione strettamente veronese. Il nostro sogno è quello di proporre piatti regionali rassicuranti, che stimolino ricordi cari e valorizzino il concetto di convivialità all’italiana, rompendo gli schemi e andando oltre i confini geografici.
La ristorazione sta vivendo un ritorno ai format meno informali e più vicini alle esigenze e alle aspettative di tutti. Secondo voi, come mai e cosa comporta?
Oggi la gente cerca l’autenticità: vuole sentirsi a proprio agio, godersi un buon piatto che sappia emozionare, che susciti il ricordo della genuinità dei tempi andati… il tutto in
un’atmosfera accogliente come casa. Ecco, dunque, che si spiega il grande ritorno delle trattorie, della cucina povera ma ricca di sapori, della convivialità informale che unisce, perché alla portata di tutti.
Ed è proprio da quest’idea che rinasce La Pigna.