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Hiromi Cake: tutti pazzi per i dolci giapponesi

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Una leggenda narra che un samurai di nome Benkei, un giorno dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso il quale si nascondeva, e che non sapendo che farne, lo utilizzò per preparare il primo Dorayaki della storia. Forse è nato così il classico dolce giapponese, protagonista dei cartoni animati degli anni ‘80 e di molte pellicole del Sol Levante.
Questo, come tante altre dolci leccornie nipponiche, è tra i protagonisti di Hiromi Cake, la pasticceria giapponese che, dopo aver conquistato Roma, è sbarcata a Milano per approdare nel quartiere del design. Insomma, anche l’Italia dopo Londra, Parigi e Berlino, sta sempre più apprezzando queste piccole creazioni per il gusto, la leggerezza e la bellezza.

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Oltre ai tradizionali Wagashi con i Mochi, dolci a forma di piccole sfere a base di riso proposti con 5 farciture, tutte senza glutine, ed i Dorayaki, simili a pancake proposti in 9 versioni, le vetrine sono caratterizzate anche dai più innovativi Yougashi, ricette occidentali rivisitate in stile giapponese. Questi ultimi hanno iniziato a comparire in Giappone nei primi anni del Novecento e sono ormai diventati patrimonio della migliore gastronomia; seguono assiduamente la filosofia kaizen volta al continuo miglioramento, per loro indole sono quindi in continua evoluzione e sperimentazione, anche e soprattutto all’interno di Hiromi Cake. Le vetrine sono colorate e popolate anche da Tiramisù al tè verde, Yuzu tarte, Mousse al cioccolato Valrhona 64% con zenzero e nocciole, Cheesecake al mango ed altri dolci che rievocano un po’ l’Occidente. L’approccio di Hiromi Cake segue la vecchia tradizione, con la maggior parte delle materie prime viene lavorata con l’utilizzo delle mani, limitando il più possibile l’intervento delle macchine, trasmettendo così quel calore umano unico.

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Assolutamente caratteristico è lo scarso utilizzo di zuccheri e grassi per un prodotto finito che stupisce per leggerezza e per la tanto apprezzata consistenza soffice.
Anche il locale riporta nel suo look al lontano Giappone, mentre tra gli ingredienti caratteristici più usati ci sono la farina di riso, i fagioli azuki, le patate dolci, il sesamo, la soia. Tutte le dolci creazioni sono, poi, delle piccole opere d’arte e, come detto, dall’approccio healthy con meno zuccheri e grassi. Ad accompagnarci in questo viaggio di colori, forme e profumi d’Oriente è l’ideatrice di Hiromi Cake, Machiko Okazaki, sposata con un italiano da 15 anni, Mitsuko Takei ed altre tre pastry chef giapponesi. Il suo obiettivo, diffondere la cultura giapponese in Italia anche grazie alla pasticceria. Il nome Hiromi Cake nasce dai ricordi di infanzia di Machiko.
Da piccola, sotto la sua casa di Osaka, c’era una minuscola pasticceria dove passava ogni giorno perché un’anziana signora di nome Hiromi le regalava un dolcetto ed un sorriso ogni giorno. Machiko ha voluto così rivivere quel bellissimo ricordo con questo progetto, prima a Roma e da oggi anche a Milano grazie a Lorenzo Ferraboschi e Maiko Takashima, esperti sviluppatori di format del mondo giapponese che hanno voluto immediatamente sposare il progetto per la sua autenticità.
Se volete vivere una vera cerimonia del tè giapponese o portarvi a casa un dolce ricordo del Giappone, allora non potete non fare tappa a Hiromi Cake, accolti dal sorriso delle pastry chef che animano questo locale, che profuma di una terra lontana e straordinaria.

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