Michele Vetrano è un ragazzo talentuoso, originario di Chioggia (VE), che ha recentemente conquistato il titolo di miglior panettiere d’Italia, vincendo il prestigioso “Campionato italiano della panificazione” tenutosi a Carrarafiere durante la fiera Tirreno Ct.
Dopo un passato da muratore, Michele è un esempio straordinario di come la passione e la dedizione possano trasformare una vita e portare a traguardi impensabili.
Prima di dedicarsi all’arte della panificazione, infatti, Michele lavorava come muratore, una professione fisicamente impegnativa che, tuttavia, non lo soddisfaceva. Spinto dalla voglia di dare una svolta alla sua vita professionale, ha deciso di seguire passione e dare voce al suo talento e si è iscritto a un corso di Panificazione con Italian Food Academy (IFA). Un passo che si è rivelato decisivo per il suo futuro.
La vittoria al Campionato italiano della panificazione
Il “Campionato italiano della panificazione”, organizzato dalla Federazione Internazionale di Pasticceria, gelateria e cioccolateria (FIPGC), è uno degli eventi più importanti del settore. Si tiene ogni anno durante la fiera Tirreno Ct e attira i migliori chef panificatori del Paese, che si sfidano in diverse categorie: pane tradizionale, pane innovativo, dolce da forno e pane artistico.
Quest’anno, la competizione è stata particolarmente accesa, con una forte partecipazione e un alto livello di creatività da parte di tutti i concorrenti. Ma è stato il pane di Michele Vetrano a spiccare, conquistando il primo posto con la sua combinazione vincente di ingredienti di qualità e tecniche di panificazione tradizionali.
Il pane che ha permesso a Michele di vincere il titolo nazionale è un capolavoro di tecnica e qualità. Realizzato esclusivamente con lievito madre Licoli (un tipo di lievito naturale ad alto tasso di idratazione) e farina di tipo 1 con semola, ha impressionato i giudici per il suo sapore unico e l’equilibrio perfetto tra croccantezza esterna e morbidezza interna. L’uso del lievito madre ha contribuito a conferire al pane un sapore più ricco e complesso, mantenendo al contempo un’ottima digeribilità. Questo mix di ingredienti, unito a una lavorazione esperta, ha fatto sì che il pane di Vetrano si elevasse al di sopra di quello degli altri 21 maestri panificatori in gara.
Il suo pane, apprezzato non solo dai giudici ma anche dai consumatori, è diventato un simbolo di eccellenza artigianale e di come la tradizione, combinata con l’innovazione, possa creare qualcosa di veramente speciale.
Oggi, Michele Vetrano è una delle figure di spicco della panificazione italiana, e il suo successo apre le porte a nuove opportunità. Nonostante il traguardo raggiunto, Vetrano continua a lavorare con umiltà e dedizione, cercando di perfezionare ulteriormente la sua arte e offrire ai suoi clienti prodotti sempre migliori. La sua storia è una testimonianza di come il coraggio di cambiare strada e la passione per il proprio lavoro possano portare a risultati straordinari.
Come hai deciso di lasciare il mestiere di muratore per intraprendere quello di panettiere? È stata una decisione difficile?
Ho deciso di lasciare il mestiere di muratore per dare un supporto a mia moglie. Diciamo che come decisione non è stata proprio difficile, quel lavoro non mi appagava.
Come è cambiata la tua vita dopo aver scelto di diventare un panettiere professionista?
La mia vita è cambiata tanto, perché non avrei mai pensato che una professione potesse diventare innanzitutto una passione per poi trasformarsi in una specie di ossessione.
Come ti sei preparato per partecipare al campionato italiano della panificazione? Hai seguito un metodo particolare?
Sono partito con le basi che avevo imparato al corso di panificazione che ho seguito, poi ogni giorno impastavo e facevo tante prove, confrontandomi tantissimo con il maestro Daniele Di Grazia, che è stato parte fondamentale della mia crescita personale e professionale.
Ci racconti il processo di creazione del pane vincitore? Quale è stata l’ispirazione dietro la scelta di usare il lievito madre LICOLI, farina di tipo 1 con semola?
Volevo creare un pane che al morso sprigionasse emozioni e ci riportasse un po’ indietro nel tempo, così sono partito dalla base che era il lievito madre, ho voluto poi mescolare il nord al sud, cioè mescolando grano duro e un grano tenero, per creare un pane 100% agricolo. Da qui è nato poi il pane che mi ha portato alla vittoria.
Quali emozioni hai provato quando hai scoperto di aver vinto il titolo di miglior panettiere d’Italia?
All’inizio, mentre chiamavano ad uno ad uno i panettieri sul podio, pensavo che fosse stato troppo presto per partecipare ad una simile gara, ma poi arrivati ai primi posti, quando mancava un solo nome ed hanno chiamato me, ero incredulo! Avrei voluto saltare dalla gioia, è stata un’emozione grandissima e, visto la poca gavetta che avevo fatto è stata una sorpresa inaspettata, ho pensato subito che forse stavo facendo il percorso giusto se ero riuscito ad arrivare lì.
Cosa pensi abbia reso il tuo pane così speciale rispetto agli altri 21 partecipanti?
Il mio pane quella mattina era uscito proprio bene, avevo eseguito una gestione del lievito impeccabile, quindi si presentava un pane con una struttura interna molto alveolata, con mollica umida e crosta croccante ma soprattutto era un pane che al morso evocava ricordi, proprio come volevo io!
Qual è la tua filosofia di panificazione?
La mia filosofia di panificazione è basata sull’etica ben precisa: dare importanza alle materie prime e a chi le produce.Quindi il mio impegno quotidiano è dare voce a chi per troppo tempo non ce l’ha avuta, cioè agli agricoltori e ai contadini.
Perché hai scelto il lievito madre come base per il tuo pane? Che vantaggi offre rispetto agli altri tipi di lievito?
Ho scelto il lievito madre perché penso che un pane debba essere artigianale il più possibile e perché mi piace sentire quell’ “acidità” che gli altri tipi di lievito non danno.
Offre il vantaggio di avere un pane più profumato e che si conserva per più giorni.
Secondo te quali sono le tendenze future nel mondo della panificazione artigianale?
Credo che le tendenze future siano improntate sempre più su un prodotto di qualità fatto di materia prima d’eccellenza, ci sarà un ritorno ai grani antichi, che per troppo tempo sono stati sormontati da farine molto industriali, e si riscopriranno i piccoli molini che lavorano ancora come un tempo. Penso che andando avanti si ritorni in pratica alle origini.